SCOGLIERA DEL PAPPAGALLO
Pappagallino e del pilone (Andora)
Al largo dell'abitato di Andora il fondale, in gran parte sabbioso, e' intervallato da alcuni salti e dislivelli, che offrono riparo alla vita bentonica tipica del Mediterraneo. Tra i punti piu' interssanti vi e' sicuramente la cigliata del PAPAGALLO che, da un fondale di 33 metri circa, scende fino ai 36. L'IMMERSIONE
Questo gradone roccioso, lungo circa 200 metri, e'costituito da una prima parte in cui la parete e' alta circa tre metri, completamente ricoperta da margherite di mare, Parazoantus axinellae, che colorano di un giallo oro ogni anfratto. Numerose tane e afenditure sono sicuro riparo per murene, Muraena helena e gronghi, Conger conger, che non di rado occupano la stessa tana. Altro incontro molto comune e' quello con gli splendidi scorfani rossi che qui vengono comunemente chiamati ''capponi'', Scorpaena scrofa. Gli spiografi penzolano dalla parete verticale con il loro pennacchio aperto in cerca perenne di cibo trasportato dalla corrente.
Una croce e' stata posta da i sub di un diving locale, a ricordo di un loro compagno scomparso. Tenendo la parete sulla nostra destra procediamo fino al termine del primo monolite roccioso che piega in maniera decisa con una curva a 90° per perdersi nel fango. Continuiamo nella stessa direzione e dopo pochi metri comparira' un secondo complesso roccioso, meno verticale del primo, che forma con il resto del fondale un tunnel abbastanza angusto ma coloratissimo. Qui per molto tempo si incontrava un grosso grongo che si lasciava immortalare volentieri dai fotografi.
Ultimamente non l'abbiamo piu' incontrato, speriamo abbia solo cambiato zona.
L'esplorazione continua oltre il secondo scoglio, una cigliata alta non oltre il metro forma una sorta di anfiteatro. E' una zona ricca di polpi, Octopus vulgaris, facilmente riconoscibili dalle loro tane, costituite da spaccature nella roccia, circondate da rocce posate in maniera ordinata da questi strordinari anilmali.
Bellissimi esemplari di spugne candelabro, Axinella cannabina, di colore arancione, impreziosiscono l'area insieme alle spugne incrostanti, Oscarella lobularis, dal colore viola intenso.
Molto ricca la popolazione di stelle marine, tra cui annoveriamo Hacelia attenuata, Ophidiaster ophidianus e Chaetaster longipes.
Tornando con la parete a sinistra incontreremo il grosso roccione con il tunnel e il primo grande monolite con la croce. Arrivati al termine di questa struttura rocciosa, aria e tempo di deco permettendo, potremo andare a visitare una seconda formazione rocciosa, distante circa 50 mt dal pappagallo, che viene comunemente chiamata PILONE.
Si tratta di una struttura dalla morfologia differente da quella precedentemente descritta, un agglomerato di scogli rotondeggiante e con in mezzo una frattura che forma un canyon. Questa zona e' caratterizzata per la ricchissima presenza di rose di mare, Peyssonnelia squamaria, alga parzialmente calcificata dalla struttura squamosa. La zona centrale della secca, in cui si trova una profonda spacca verticale, e' abitata da alcuni sontuosi esemplari di cernia mediterranea, Epinephelus guaza, che appena avvistano i sub scappano nelle zone piu' inaccessibili della scogliera.
Come precedentemente detto, questo tratto di mare e' caratterizzata da salti di fondale piu' o meno pronunciati. Altra zona di pregio, molto simile al pappagallo e situata a circa 500 mt da esso, e' il PAPPAGALLINO.
Anche in questo caso, da un fondale di 32-33 mt il fondo cade verticalmente fino a 36 mt. La zona e' meno ricca di colore rispetto al Pappagallo perche' le colonie di margherite di mare sono meno rigogliose. In compenso troviamo splendidi esemplari di Cerianthus membranaceus, che variano, a seconda dell'esemplare, dal bianco candido, al nero fino al viola.
Sempre presenti le murene e i gronghi e nel periodo primaverile i pesci San Pietro e le rane pescatrici.