IL RELITTO DELLA TIRPITZ
Il relitto del Vapore di Sanremo
La Tirpitz conoscuita dai pescatori del posto come il relitto del vapore, era una nave da carico Tedesca.
La Tirpitz e' chiamato dagli abitanti della zona il ''vapore''. E' uno dei relitti piu' belli della Liguria sia per lo stato di conservazione che per le dimensioni, essendo lungo 150 mt circa per quasi 20 di larghezza. LA STORIA
Varata nel 1921 ad Amburgo per la Hamburg-Amerika Linie
stazzava 7.970 tonnellate.
La lunghezza era di 143 metri per 17,7 di larghezza.
Il pescaggio era di 9,8 metri e sviluppava una velocità di crociera di 11 nodi.
Nel 1940, allo scoppio delle ostilità rimase bloccata in Mediterraneo.
Nel 1941 entro' a far parte della "Mittelmeer Reederei", una società militarizzata creata dal Governo Tedesco per gestire le circa 50 navi di bandiera tedesca che erano rimaste bloccate in mediterraneo e si erano concentrate nelle acque italiane.
Era partito dal porto di Amburgo pochi giorni prima dell'affondamento carico di attrezzature meccaniche e pezzi di ricambio con destinazione il porto di Genova. La mattina del 23 luglio del '41 un sommergibile inglese appostato al largo di Capo Verde lo ha centrato con un siluro.
La nave ha puntato la prua verso terra, nel disperato tentativo di incagliarsi, ma è colata a picco in pochi minuti adagiandosi sul fondo.
Immobile sulla sabbia in posizione Nord-Est con la prua rivolta verso Capo Verde, ultima manovra nel tentativo di avvicinarsi a terra.
Alcuni testimoni dell'epoca riportano che la nave mortalmente ferita cercò di andare verso terra per incagliarsi su di un basso fondale, ma non ve ne fu il tempo e colò rapidamente a picco.
L'IMMERSIONE
Proprio le dimensioni, combinate con la profondita', fanno si che per esplorare in maniera approfondita il relitto, occorrano diversi tuffi.
Si scende lungo il pedagno fino a raggiungere la batimetrica dei 65 metri.
Il relitto mostra subito la sua maestosita'. E' appoggiato sulla murata di sinistra e la cima si trova attaccata a un parapetto del castello di comando. La perlustrazione di questa zona e' molto affascinante, ricca di passaggi e scorci in controluce, migliaia di Anthias si muovono all'unisono quando illuminati dai fasci luminosi. Dal castello si possono scegliere due differenti tragitti. Uno prevede di raggiungere, a poca distanza dall'ancoraggio del pedagno, la falla che testimonia la mortale ferita che porto' all'inabissamento della nave. Si entra nelle viscere del gigante e si percorre la distanza che separa la stiva dalla poppa. Il tragitto non e' lunghissimo in quanto il castello di comando era piu' vicino alla zona poppiera rispetto al centro della nave.
Notiamo gli alberi, originariamente 4, due verso poppa e due verso prua, conficcati nel fondo.
Sempre dal castello si puo' procedere anche nella direzione opposta e raggiungere la prua.
La distanza e' maggiore e va valutata attentamente la corrente. Per questo tipo di immersione l'ideale e' avere gli scooter subacquei che permettono di procedere senza alcuno sforzo. Anche in questo caso noteremo gli alberi e le stive, buie ma larghe e quindi visitabili.
Arrivati nella parte anteriore del relitto gli amanti della biologia marina non potranno non restare incantati dalla foresta di corallo nero, Antipathella subpinnata che, contrariamente al nome, hanno una colorazione bianco cangiante dovuta alle colonie di polipi che le costituiscono.
Come detto la Tirpitz e' un relitto molto bello e grande, questa descrizione non puo' essere esaustiva e non ha questa finalita'. Come sempre consigliamo agli appassionati che volessero visitare il relitto, di rivolgersi ai diving di zona che organizzeranno al meglio l'esplorazione.
Mi voglio pero' soffermare sull'aspetto inerente la biologia marina, perche' il relitto e' ricco di vita. Detto del corallo nero, altri incontri di pregio sono i ricci melone, Echiunus melo, dal corpo massiccio, grande come il frutto da cui prendono il nome e con pochi aculei, disposti in maniera radiale, che permettono di ammirare lo scheletro calcareo dell'echinoderma.
Sulla fiancata della nave si incontrano enormi esemplari della stella Marthasterias glacilis, comunemente chiamata stella spinosa a causa delle spine che la ricoprono. In questo relitto queste stelle, molto comuni nel nostro mare, di eccezionale hanno le dimensioni che possono raggiungere i 50 cm di diametro.
Molto ben rappresentate le aragoste, Palinurus elephas, che fanno capolino dai vari pertugi e popolano abbondantemente le stive buie e nascoste.
Tonni, lampughe e ricciole passano nel blu e, soprattutto in primavera e estate, i pesci luna, Mola mola, sono incontri comuni ma sempre emozionanti.